Il concetto di “standard” spesso viene considerato come riferito ad un concetto di “medietà”, parente prossimo, nella mente dei più, del concetto di “mediocrità”.

Un altro limite che spesso si associa a questo concetto è quello della “genericità” che non consente una personalizzazione dell’esperienza d’uso.

Infine, “standard” sembra qualcosa di “basico”, propedeutico di qualcosa di “avanzato”, e quindi migliore. Un punto di partenza per principianti.

Ciò che è standard quindi potrebbe indicare qualcosa di generico, mediocre, basico.

Forse è così in altri contesti, ma in quello industriale, le cose funzionano in maniera diversa, praticamente opposta..

L’influenza della “filosofia Toyota” ha dato una luce piuttosto brillante a questo concetto, sin dagli anni ’70, e da allora, nell’industria lo standard è diventato un obiettivo. Un obiettivo da superare continuamente.

Proprio per questo il concetto di “standard” e il concetto di “miglioramento continuo”, nell’industria vanno praticamente a braccetto.

Taiichi Ohno

Taiichi Ohno

In questa maniera il concetto di standard è qualcosa che occupa la dimensione del presente e del futuro. È l’oggi che cerca di migliorarsi continuamente attraverso l’innovazione, per creare un nuovo e migliore standard domani.

 

Lo standard è contemporaneamente propedeutico e conseguenza dell’innovazione.

Il comportamento del manager virtuoso lo porterà a ricercare ed utilizzare soluzioni standard, perché queste sono il frutto delle migliori performance conseguite sino a quel momento.

Il comportamento virtuoso di chi propone soluzioni, hardware o software, sarà quindi quello di proporre qualcosa che sia giunto ad un livello “standard”, che in questo caso è sinonimo di “più alto livello possibile”.

Vendere un prodotto “personalizzato” è solo fumo negli occhi, un grosso equivoco di entrambe le parti. Un errore che può costare caro.

È infatti difficile seguire e migliorare qualcosa che abbia delle peculiarità, delle eccezioni.

Raggiungere uno standard significa realizzare una sorta di “puntellamento” del successo: preservando ciò che “funziona”, ma sempre pronti a superare quel livello.

Una metafora illuminante ce la può fornire il mondo dell’arrampicata.

Chi si arrampica lungo una parete di un costone, deve costantemente trovare un proprio equilibrio, creare una situazione di stabilità, prima di procedere a inserire il picchetto successivo: ecco lo standard è quel picchetto, stabile che ci consente di spingere nuovamente sulle gambe per riuscire a salire ulteriormente.. per inserire un nuovo picchetto, ad un livello più alto.

Senza equilibrio, non c’è avanzata, così come senza standard non c’è miglioramento continuo.

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