Chi si affaccia oggi nel mondo industriale non può non venire a contatto con idee come la digitalizzazione dei processi, la smart factory e tutti quei concetti ad esse correlate come l’internet delle cose, big data, cloud ecc..

Ma chi invece ha dedicato tanti anni della propria vita professionale all’interno di stabilimenti produttivi, avrà con tutta probabilità, maturato una certa confidenza con i principi della lean production o del World Class Manufacturing, con concetti dunque, focalizzati sull’eliminazione dello spreco.

Ne abbiamo parlato tanto in questo Smart Factory Blog, proprio di recente del rapporto tra WCM e Factory 4.0 e non ci pare il caso di stare ad insistere ulteriormente. In calce a questo articolo troverete i link ai post passati correlati a questo argomento.

Qui ci preme sottolineare un altro concetto: la digitalizzazione dei processi NON è la cura per ogni male; non è da sola sinonimo di modernizzazione e, soprattutto, di miglioramento.

Partire con un processo di digitalizzazione, investendo magari risorse importanti, senza una “cultura dello spreco” o meglio della “razionalizzazione dei processi” significa, in definitiva andare a digitalizzare… anche gli sprechi.

Ma non credo sia esattamente quello che volete.

Chi è abituato a razionalizzare i processi, dapprima con cartelloni o postit, in seguito con fogli di calcolo, oggi non avrà problemi ad implementare sistemi software avanzati di business intelligence, anzi, per la maggior parte di loro sarà la rivoluzione che tanto aspettava.

Digitalizzare deve significare velocizzare ciò che sapevamo già fare.

Per fare un esempio esterno al mondo industriale, potremmo dire che un biker esperto e dalla mente aperta riuscirebbe a tirar fuori il meglio da una e-bike (bici elettrica). Un biker alle prime armi forse in salita si sentirebbe particolarmente abile, ma alla prima discesa si troverebbe a fare i conti con il proprio vuoto di conoscenze tecniche,… magari andando ad abbracciare un albero.

 

Cultura e consapevolezza degli obiettivi

La cultura la intendiamo nel senso di conoscenza, ma non nel senso di know how. Non è una mera somma di tecnicalità, di istruzioni, di azioni da fare. La conoscenza è intesa come consapevolezza degli obiettivi da raggiungere. Questa consapevolezza genere “cura” per le azioni da eseguire per raggiungere l’obiettivo, “culto” appunto, per tutto ciò che è “buono per” perseguire l’obiettivo: in questo senso, la conoscenza si eleva allo status di cultura.

Avere in azienda persone portatrici di questa cultura (ad es. un lean o wcm manager) è diventato un prerequisito importante per l’avvio di qualsiasi processo di miglioramento continuo, ma è ormai una consuetudine abbastanza diffusa, specie nelle aziende medio-grandi.

Chi si è trovato avviluppato in questa nuova rivoluzione industriale ha sicuramente compreso immediatamente le opportunità e i vantaggi anziché avvertirne le problematiche e le difficoltà.

Non a caso abbiamo fatto l’esempio della e-bike: si tratta di un tema che divide tantissimi appassionati delle due ruote: da un lato ci sono gli entusiasti per la novità e per le possibilità che questa soluzione offre, dall’altro ci sono quelli legati alla tradizione, i quali, istintivamente si chiudono in una resistenza ideologica, in nome della fatica e del sudore, fattori che per chi va in bicicletta costituiscono anche un valore.

È una vecchia storia. Tutto già visto. Come con l’avvento delle prime macchine fotografiche digitali: qualcuno ci ha messo molto tempo prima di capire che stiamo parlando solo di strumenti.

Quello che conta è il metodo che c’è dietro, è il pensiero, l’obiettivo finale. La cultura soggiacente. Questa potrebbe non cambiare mai. Gli strumenti sì.

Oggi investire per implementare i nuovi strumenti digitali in ottica industria 4.0, è più facile e porta enormi vantaggi, grazie al Piano Transizione 4.0, che prevede enormi vantaggi per chi ha bisogno di modernizzare i propri impianti andando a rendere i propri macchinari “smart”.

Qui trovate un approfondimento dettagliato sugli incentivi del Piano Transizione 4.0: https://www.mise.gov.it/index.php/it/transizione40

 

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